Correzione fraterna in 10 semplici mosse! Come correggere l'altro?



«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo».
(Mt 18, 15-18) 


Il tema su cui vogliamo riflettere è quello della correzione fraterna, una pratica di vita cristiana insegnata, come abbiamo appena visto, da Cristo stesso, secondo il quale non è segno di carità e di vero amore lasciare che un fratello nella fede viva senza rendersi conto del proprio peccato. Ecco che allora anche la Chiesa, nella sua bimillenaria esperienza, la consiglia caldamente in particolare nel tempo di Quaresima.

L'accabadora: una donna che in Sardegna praticava l'eutanasia


In Sardegna risalgono ad antica data le pratiche eutanasiche nei confronti dei malati terminali. 
Con il termine sardo s’accabadóra letteralmente si definisce “colei che finisce”, probabilmente dallo spagnolo acabar (finire, terminare). L’immaginario racconta che sono donne d’età avanzata che “accabavano” appunto, ovvero procuravano la morte a persone la cui agonia diventava inaccettabile. La tradizione voleva che la donna agisse solo in casi del tutto eccezionali. C’era chi le chiamava sacerdotesse della morte e chi le chiamava donne esperte. 

Esiste una verità oggettiva? E se si, come possiamo conoscerla? (2)

2. Lo sviluppo del concetto: la veritas nel De veritate di Anselmo d’Aosta



Anselmo d’Aosta è stato il primo filosofo che ha dedicato al problema della verità un intero trattato intitolato De veritate, volto a mostrare il sistema della verità cristiana. Esso è stato scritto tra il 1080 e il 1085, insieme al De grammatico e al De libertate arbitrii, utilizzando la forma dialogica tanto cara a Platone. In un primo momento viene dimostrata l’esistenza indefettibile della verità, mentre in un secondo momento ne viene chiarita la natura.

Tutta l’opera è essenzialmente incentrata da Anselmo intorno al concetto fondamentale di rectitudo, ovvero conformità di qualunque cosa che è, al modo di essere vero e immutabile delle idee divine e delle realtà che esse governano: «tutto ciò che è, è veramente perché non è diverso da come è nella somma verità» (Anselmo d'Aosta, De verit., 7; PL 158, 475B).

Melchor Cano, un teologo dimenticato

Melchor Cano, teologo spagnolo dell’ordine domenicano, nacque a Tarancòn nel 1505. 
Insegnante nell’ Università di Salamanca, ha scritto un’opera di capitale importanza per quanto concerne la metodologia teologica, pubblicata postuma nel 1562 e intitolata Libri XII de locis theologicis (giunti a noi purtroppo incompleti), nei quali ha operato una classificazione magistrale delle fonti della teologia, chiarendo per ciascuna di essa il rispettivo valore. 
Morì a Madridejos (Toledo) il 30 Settembre del 1560.



Egli individua dieci fonti della rivelazione (o luoghi teologici), e le classifica in questo modo: Scrittura, tradizione, chiesa, concili, papi, santi padri, teologi, ragione umana, filosofia e storia.

Le note teologiche (positive o negative)

Le note teologiche sono valutazioni di proposizioni dottrinali (vere o false) date dai teologi o, in determinate circostanze, dal Magistero ecclesiastico, al fine di precisare il grado di certezza che è possibile raggiungere nel riconoscere la loro concordanza o la loro contraddizione con la dottrina della rivelazione divina. La loro formulazione è breve e incisiva. Non sono raccolte in un sistema vincolante, né vengono intese sempre e dovunque allo stesso modo.

A seconda che la proposizione in esame vada riconosciuta esatta o falsa ci sono note positive o negative, quest’ultime dette anche censure

Qui intendiamo accennare solo alle più importanti:

Una proposizione è “di fede divina” (de fide divina) quando è contenuta in tutta chiarezza ed esplicitezza nelle fonti della fede assolutamente vincolanti (l’opposto è: errore nella fede divina).

Né il lassismo né il rigorismo fanno crescere la santità: il Papa incontra i parroci romani

Leggiamo su La Nuova Bussola Quotidiana (vedi) in un articolo di Massimo Introvigne:

"Il 6 marzo 2014 Papa Francesco ha incontrato i parroci di Roma per l’inizio della Quaresima, e ha loro tenuto uno dei discorsi più lunghi del suo pontificato, incentrato su un tema che gli sta a cuore: la misericordia. Partendo dal Vangelo del giorno, il Papa ha rilevato un fatto «curioso. Qual è il posto dove Gesù era più spesso, dove lo si poteva trovare con più facilità? Sulle strade». Non si tratta di una curiosità, perché permette di «cogliere la profondità del suo cuore, ciò che Lui prova per le folle, per la gente che incontra: quell’atteggiamento interiore di “compassione”, vedendo le folle, ne sentì compassione. Perché vede le persone “stanche e sfinite, come pecore senza pastore”». Questa espressione è molto attuale per i parroci e i sacerdoti. Dipinge bene «tante persone che voi incontrate oggi per le strade dei vostri quartieri», non solo a Roma. 

14 ragioni per non confessarsi

Ecco a voi finalmente 14 false ragioni per non confessarsi.
Credo che tutti noi, prima o poi, abbiamo pensato a a queste false ragioni. 

Perchè false? Perchè quando il demonio ci tenta, lo fa con false ragioni, ovvero ci fa fare un ragionamento logico, o almeno così sembra.

                            

Chi è il prete per perdonare i peccati?


Solo Dio può perdonarli. Sappiamo che il Signore ha dato questo potere agli apostoli (Gv 20,23); questa argomentazione, tra l'altro, l'ho già letta... proprio nel Vangelo: lo dicevano i farisei, indignati, quando Gesù perdonava i peccati (cfr. Mt 9, 1-8).

Io mi confesso direttamente con Dio, senza intermediari

Fantastico... ma c'è qualche “però” da considerare... Come sai che Dio accetta il tuo pentimento e ti perdona? Senti qualche voce celestiale che te lo conferma?
Come sai che sei in condizione di essere perdonato? Ti renderai conto che la cosa non è così semplice... Una persona che ruba in una banca e rifiuta di restituire il denaro, per quanto si confessi direttamente con Dio o con un sacerdote, se non ha intenzione di riparare al danno commesso – in questo caso restituire il denaro – non può essere perdonata... perché non vuole “disfarsi” del peccato.